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brano
 
Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), XI, 15
 
originale
 
15. "Multis et variis exanclatis laboribus magnisque Fortunae tempestatibus et maximis actus procellis ad portum Quietis et aram Misericordiae tandem, Luci, venisti. Nec tibi natales ac ne dignitas quidem, vel ipsa, qua flores, usquam doctrina profuit, sed lubrico virentis aetatulae ad serviles delapsus voluptates curiositatis inprosperae sinistrum praemium reportasti. Sed utcumque Fortunae caecitas, dum te pessimis periculis discruciat, ad religiosam istam beatitudinem inprovida produxit malitia. Eat nunc et summo furore saeviat et crudelitati suae materiem quaerat aliam; nam in eos, quorum sibi vitas servitium deae nostrae maiestas vindicavit, non habet locum casus infestus. Quid latrones, quid ferae, quid servitium, quid asperrimorum itinerum ambages reciprocae, quid metus mortis cotidianae nefariae Fortunae profuit? In tutelam iam receptus es Fortunae, sed videntis, quae suae lucis splendore ceteros etiam deos illuminat. Sume iam vultum laetiorem candido isto habitu tuo congruentem, comitare pompam deae sospitatricis inovanti gradu. Videant inreligiosi, videant et errorem suum recognoscant: en ecce pristinis aerumnis absolutus Isidis magnae providentia gaudens Lucius de sua Fortuna triumphat. Quo tamen tutior sis atque munitior, da nomen sanctae huic militiae, cuius non olim sacramento etiam rogabaris, teque iam nunc obsequio religionis nostrae dedica et ministerii iugum subi voluntarium. Nam cum coeperis deae servire, tunc magis senties fructum tuae libertatis."
 
traduzione
 
?O Lucio, dopo tante e cos? varie tribolazioni, dopo tutte le prove terribili della Fortuna, sospinto dalle pi? tremende calamit?, sei finalmente giunto al porto della Quiete e all'altare della Misericordia. ?La nobilt? dei natali, i tuoi meriti personali, la cultura che hai non ti hanno giovato a nulla; ma giovane com'eri e intemperante, ti sei lasciato andare su una strada sdrucciolevole dietro passioni non degne e con la tua maledetta curiosit? hai ottenuto proprio un bel risultato. ?Comunque la Fortuna che ? cieca, mentre ti tormentava con i mali peggiori, non si accorgeva, nella sua malignit?, che ti stava conducendo alla beatitudine di questa religione. ?Se ne vada ora a infuriare altrove, cerchi altrove qualcuno su cui sfogare la sua crudelt?, dal momento che nulla di male pu? pi? accadere a coloro che hanno consacrato la vita al servizio della maest? della nostra dea. ?Briganti, bestie feroci, schiavit?, tutta la fatica di andar su e gi? per strade impraticabili, ogni giorno la paura della morte, che cosa hanno giovato all'empia sorte? ?Ora s? che tu sei sotto la protezione della Fortuna, ma di quella che tutto vede, di quella che con lo splendore della sua luce illumina anche gli altri dei. ?Sia lieto, dunque, il tuo volto, come si conviene, ora che indossi questa candida veste e con passo trionfante accompagna la processione della dea salvatrice. ?Che gli increduli vedano, vedano e riconoscano il loro errore: eccolo, libero da tutti gli antichi affanni, felice della protezione della grande Iside, Lucio trionfa sul suo destino. ?Ma perch? tu sia pi? sicuro e pi? protetto iscriviti a questa santa milizia cui anche poco fa sei stato chiamato a votarti e d'ora innanzi dedicati al culto della nostra religione e assoggettati volontariamente al giogo del suo ministero. ?Infatti quando incomincerai a servire la dea allora veramente sentirai il frutto della tua liberazione.?
 

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